Dieci brani, dieci frammenti della vita personale e artistica del cantautore astigiano nell’album pubblicato il 3 ottobre 2021.
“Per te” non è il titolo di una delle canzoni dell’album; piuttosto suggerisce l’idea di un dono; del dono che l’artista fa all’uomo Luca Fogliati. O viceversa. E il dono è l’album, il primo dopo quasi vent’anni di scrittura – Fogliati compose la prima canzone a 12 anni; dopo oltre 200 concerti dal 2007.
I riconoscimenti
Dopo il premio della critica, nel 2010, all’Acanto Festival con la canzone “Sei distante”; dopo la prestigiosa finale, nel 2015, al Concorso Senza Etichetta con “Chi non muore si rivede”, presidente di giuria: Mogol. E ancora, dopo il premio San Jorio Festival (2016) con “Il folle volo”, proclamato da Bungaro presidente di giuria. Inoltre, dopo l’ambito premio nuovaclassifica.it, nel 2020, col brano “Lo Specchio” (adesso nell’album) al concorso nazionale e internazionale La Settima Nota.
L’approdo al primo album
Dunque, Luca Fogliati approda al primo album dopo tante esperienze, tanto palcoscenico e tanto esercizio compositivo. Grazie a questo, “Per te” non risente dell’ingenuità e delle incertezze che frequentemente caratterizzano gli esordi artistici.
L’album di Fogliati si presenta maturo dal punto di vista della composizione, così come del canto e degli arrangiamenti (che si avvalgono dell’apporto di Beppe Lombardi).
Musica e parole del disco
Siamo nell’ambito della più tipica canzone pop italiana, di quella da sempre apprezzata a Sanremo. Ampie melodie, orchestrazioni, ma anche spruzzi di chitarra elettrica qua e là e gradevoli sortite di pianoforte caratterizzano i dieci brani di “Per te”.
Anche i testi di Fogliati sono maturi; rifuggendo la banalità, sono il frutto di esperienze di vita e propongono validi spunti di riflessione. La vita di relazione, il tempo che passa: sono i temi che innervano “Per te”. Frammenti della vita di Luca Fogliati; frammenti di vita.
“Per te” – l’album
Pubblicato il 3 ottobre 2021 quale autoproduzione e anticipato dal singolo “Vertigine”, in radio dal 24 settembre, l’album “Per te” contiene, dunque, dieci frammenti.
“Vertigine”
Smarrimento e “vertigine di stare seduto sulle nuvole”, paura lancinante come le tastiere elettroniche e le chitarre elettriche che dominano il brano. Un’apertura a tutto volume.
“La tua maschera”
Invece, chitarra acustica e pianoforte aprono e chiudono questa invocazione a “togliere la maschera” e a “giocare ancora”, ovvero a mostrarsi senza finzione. L’invocazione diventa musicalmente urlo anche con un assolo di elettrica, prima che acustica e piano stacchino la spina.
“A vent’anni”
“Ti sei persa nel destino, nel freddo di un mattino / che a vent’anni è troppo presto per pagare questo prezzo”: è il ricordo di un’amica perita in un incidente stradale. E più che nostalgico, è un ricordo arrabbiato, come suggerisce il fraseggio chitarristico quasi metal che precede il finale della canzone. Qui l’elemento autobiografico si affaccia prepotente.
“In tutto questo tempo”
Una riflessione sul tempo, quello passato (“Dimmi cos’hai fatto in tutto questo tempo”) e quello futuro (“quanto tempo ancora resterà”). Nel testo le due dimensioni s’intrecciano, in un gioco di rimandi continui tra passato e futuro; gioco che musicalmente è espresso da un tappeto sognante e compatto. Uno dei pezzi più intriganti dell’album.
“Lo specchio”
Batteria sostenuta e tante tastiere per un pezzo che è tutto un’invettiva contro il pregiudizio: “Sale il vortice, / tutti in fila anche te / a pagare il prezzo del pregiudizio, / per chi non si è visto mai allo specchio”.
“Controcorrente”
Un bell’intro e outro di pianoforte sono i momenti migliori della canzone; per il resto si sviluppa in un tipico pop italico che nel testo narra di una relazione nella quale “Mi hai lasciato fermo a una stazione / come un treno senza direzione”.
“Il folle volo”
Il titolo si riferisce al “Folle volo” che nel XXVI canto dell’Inferno Dante attribuisce ad Ulisse che aveva osato varcare lo Stretto di Gibilterra, ovvero il limite posto da Dio alla conoscenza umana. Dante colloca Ulisse nel girone infernale dei fraudolenti; Luca Fogliati lo assolve “per la libertà di essere uomini liberi”, in una tipica canzone melodia-ritornello-orchestra.
“Prossima uscita”
Ancora un’ampia melodia per un testo che racconta di una partenza, con l’amara riflessione che la “Prossima uscita di scena è la vita / che gioca le carte quando è già finita”.
“Ad un passo da te”
Sciabordio d’acqua, pianoforte e chitarra acustica e “il mare che se ne va / e questa notte io ritorno in bilico su un filo che rimane… / Instabile ad un passo da te, rimango immobile”. In bilico, instabile, immobile: incertezza sicuramente. È certa, invece, la canzone: anche qui melodia-ritornello e tanti arrangiamenti.
“Musica”
Dedicata a Don Luigi Venesia che fu parroco di Calliano d’Asti, alla sua personalità trascinante e alle passioni che trasmetteva coinvolgendo direttamente l’intera comunità. Si apre con la delicata “Lettera a te”: un minuto di voce recitante, piano e archi. Poi si sviluppa un brano pop che è un inno a Don Luigi e alla comune passione: “So benissimo che canterai anche te / Ciao con chi sei??? / Forse con quella amica fedele musica”. È evidente come questa canzone scaturisca dalle esperienze di vita dell’Autore.
“Per te” disco esistenziale?
È sicuramente un disco pervaso di malinconia. Racchiude un certo spleen che, nonostante la giovane età dell’Autore, scaturisce da maturità esistenziale che si “sente” nei solchi dell’album. Sì, ‘solchi’, dal momento che “Per te” ha la durata tipica – circa 43 minuti – del vinile, anche se non è uscito in questo formato.