Il 14 gennaio è uscito per l’etichetta Show in Action (distr. Pirames International) il nuovo singolo di Francesco Curci dal titolo Come Frank.
Il brano di Francesco Curci inaugura un nuovo percorso artistico e di vita. Non a caso arriva nel giorno del suo compleanno, dopo tre anni di assenza vissuti alla ricerca di nuove forme espressive e segnati da una radicale trasformazione della sua immagine. Da qui prende forma una nuova consapevolezza artistica con cui oggi si racconta e che rivendica con tutta la determinazione possibile.
Come Frank è infatti un vero e proprio inno alla libertà, un manifesto di emancipazione, un invito ad amarsi ed accertarsi per quello che si è e non per quello che vogliono gli altri.
«Cercare a tutti i costi di piacere al mondo / E diventare poi la brutta copia di sé stesso».
Si impara, così, giorno dopo giorno a fare i conti con le proprie paure e insicurezze, a trasformarle in punti di forza per affrontare il mondo spietato che là fuori è sempre «con il dito già puntato a condannare un innocente».
Le sonorità elettroniche del brano, a metà tra britpop e urban, ipnotizzano sin dai primi accordi, creando un conturbante gioco di equilibri tra le dimensioni più intimiste delle strofe e quelle dirompenti degli incisi. L’effetto finale che Francesco Curci ha reso è un sound che lo stesso artista definisce “kamikaze”, cioè esplosivo.
Ne abbiamo parlato con lui.
Come sei entrato a contatto con la musica? Quando hai capito che sarebbe stato parte della tua vita?
All’età di quattro anni, quando mi sono esibito per la prima volta in pubblico. L’energia del pubblico, degli applausi, il fatto di poter essere io il protagonista e concentrare tutte le attenzioni su di me. Questo mi ha fatto capire che quella sarebbe stata la mia strada e che avrei dovuto perseguire quell’obiettivo ad ogni costo. Ancora oggi sento che il palco è la mia casa, l’unico posto in cui posso essere davvero me stesso senza dovermi nascondere
Ti ricordi ancora la tua prima canzone? Com’era?
La ricordo eccome. L’ho scritta all’età di 11 anni. Mi approcciavo per la prima volta al pianoforte, per cui provavo a buttar giù qualche accordo e a scriverci su una melodia. Il testo che ne venne fuori era onirico, la struttura tendente al soul con gli incisi sempre diversi, cambi di tonalità da una strofa all’altra. Non possedeva certo la maturità dei brani che scrivo oggi, ma resta pur sempre il primo brano e perciò legato ad un ricordo che tengo stretto.
Come nasce la tua collaborazione con Show In Action?
Da un incontro a Milano al termine di una mia esibizione. Mi si avvicinò colui che oggi definisco il mio angelo custode, una persona che purtroppo ho perso di recente e che è stato il fautore di questa collaborazione. Mi consegnò un bigliettino che ancora conservo con un numero di telefono invitandomi a telefonare. Sua moglie, mia attuale manager e discografica, colpita dalla mia esibizione, avrebbe voluto incontrarmi. E così, tra una telefonata e l’altra, ci siamo conosciuti ed eccoci qua…
Cosa volevi raccontare con il brano “Come Frank”?
Un cambiamento personale, fisico ma anche psicologico, che ho vissuto nel corso degli ultimi tre anni e che volevo condividere con tutti attraverso la musica. È un brano che celebra la diversità come sinonimo di autenticità, ovvero ciò che ci rende unici, speciali; diversità come occasione di confronto, di crescita, non qualcosa da cui prendere le distanze che alimenta pregiudizi e discriminazioni. E credo che mai come adesso ci sia il bisogno di parlare di questi temi in una società in cui regnano bullismo, body shaming, omofobia, razzismo.
Progetti per il 2022?
Poter suonare tanto, ovunque. Dopo tre anni e dopo quello che la pandemia ha comportato, sento più che mai il desiderio di tornare sul palco, di incontrare il pubblico, assorbire il suo affetto, il suo calore. E nel frattempo, continuare a raccontare questo mio nuovo percorso con altri brani che un po’ alla volta pubblicheremo e chissà, confluiranno anche in un album.