Recensioni e Interviste

“Il profumo dei papaveri” di Mario Francesco Gastoldi: intervista con lo scrittore

“Quei fiori, all’apparenza esili e delicati, nascondono una grande e tremenda contraddizione. I petali rossi, morbidi, cullati dal vento come fossero ali di farfalla, racchiudono piccoli stami duri e neri come la pece. Il papavero è come il viso di una bellissima donna, pulito e immacolato, che però nasconde, dietro agli occhi velati di pacata tristezza, un terribile segreto”.

Con queste parole Mario Francesco Gastoldi immerge il lettore nella trama del suo nuovo romanzo introspettivo ” Il profumo dei papaveri” edito da Porto Seguro Editore, e ci sorprende nuovamente per la profondità della narrazione. È l’amore in tutte le sue forme a fare da fil rouge in tutte le pagine del libro; l’amore adolescenziale ingenuo e puro, l’amicizia fraterna di ragazzi cresciuti insieme, l’affetto familiare. Emozioni descritte in maniera vivida, reale e semplice, così come le proviamo tutti i giorni nelle nostre vite.

Conosciamo più da vicino l’autore e i suoi personaggi, senza lasciarci scappare niente sul segreto che fa da sfondo a tutto l’intreccio.

Mario, dopo il tuo romanzo di esordio “Come se fosse l’ultima volta”, hai pubblicato Il profumo dei papaveri”. Siamo curiosi di conoscerti un po’… parlaci di te!

“Sono nato in un piccolo paese della Pianura Padana, il paese che ha dato i natali al grande pittore Michelangelo Merisi, detto appunto Il Caravaggio. Dopo trent’anni vissuti di musica e arte, ho deciso di intraprendere un viaggio che mi ha portato a scoprire le meraviglie della terra ligure.”

Quando è nata la passione per la scrittura?

La musica ha sempre fatto parte della mia vita. È proprio grazie alla musica che è nata la mia passione per la scrittura, sottoforma di testi per brani pop e rock. Il passaggio alla scrittura romanzata è stato istintivo e naturale. A volte si è rivelato liberatorio sotto il flusso continuo dell’ispirazione. Ogni stanza, ogni luogo dove regni la tranquillità e la quiete può essere la mia culla di scrittura. Ma può capitare di riuscire a buttare qualche idea su carta anche durante una passeggiata. Questo per dire che l’istinto di scrivere e l’ispirazione stessa non possono essere controllati.

C’è un modo in cui ti piacerebbe definire la tua scrittura?

La mia è una scrittura semplice, fluida e cinematografica. Quando il lettore si approccia alla mia storia riesce a ricreare delle immagini che lo portano a vivere ciò che legge, a creare una sorta di film nella propria testa.

Parlaci del tuo ultimo romanzo

Attraverso le pagine del libro, si ripercorrono gli avvenimenti più importanti dell’adolescenza del protagonista Lorenzo Corti, un musicista jazz dalla carriera in declino.  Nell’estate del 1990, infatti, il giovane Lorenzo, insieme ai suoi amici fraterni, è testimone di un evento gravissimo che lo catapulta aldilà della tranquilla realtà di un piccolo paese, simbolo di quella spensieratezza tipica della giovinezza. Un filo invisibile unisce gli avvenimenti del passato con quelli del presente, tingendosi di un rosso papavero che ricorda sia l’amore che la violenza. Entrambi gli elementi sono protagonisti del mio romanzo che ho affrontato in maniera inconsueta, sottolineando i risvolti psicologici non solo di chi subisce in prima persona un evento traumatico, ma anche di chi gli sta accanto segnandone profondamente l’animo. Ho reso i miei personaggi a tutto tondo.  Li ho animati grazie a una scrittura fresca e viva capace di restituire al lettore immagini di scena. Inoltre, ho voluto dare importanza anche allo sfondo che fa da cornice alle vicissitudini e all’intreccio, descrivendo un’Italia caratterizzata dai mutamenti socioeconomici dei primi anni Novanta, tra cui il fenomeno della migrazione e delle tossicodipendenze.”

Quando scrivi, provi le emozioni che vivono i personaggi oppure l’uso della terza persona ha lo scopo in qualche modo di “sollevarti”?

Per il primo romanzo ho utilizzato la forma testo in prima persona, cercando di rivivere le stesse emozioni che hanno vissuto i personaggi protagonisti. Per il secondo, invece, ho utilizzato la terza persona perché volevo che la storia fosse raccontata da un occhio esterno, sempre presente nelle vicende dei protagonisti, ma, al tempo stesso, distaccato.

Che rapporti hai con i tuoi personaggi? Cosa ti spinge a farli prendere una scelta al posto di un’altra?

Ho un rapporto di amore e odio con i personaggi dei miei romanzi. In particolare, l’amore si sviluppa durante tutta la fase di stesura, quando loro stessi ti indicano la piega che la storia deve prendere, e, allo stesso tempo, subentra un sentimento di odio quando sai che la storia che volevi raccontare non è quella che effettivamente hai scritto.  Loro stessi sono i veri autori dei miei romanzi, i fautori del loro destino.”

Consigliaci tre libri che hai letto recentemente e che hai trovato sorprendente?

Charles Bukowski “Pulp”, Piervittorio Tondelli “Altri libertini”, Marco Balzano “Resto qui”. Bukowski e Tondelli mi hanno colpito per la sfacciataggine di linguaggio e i sentimenti profondi descritti in maniera primitiva, al limite del volgare. Resto qui, invece, mi ha piacevolmente sorpreso per l’emotività dei protagonisti in una storia che, alla fine, è parte del nostro passato.”

A chi consiglieresti il tuo romanzo?

A tutti, indistintamente. A chiunque voglia provare un’emozione leggendo una storia dura scritta in maniera semplice.”

— Onda Musicale

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