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Marco Korben Del Bene firma la colonna sonora del film Not To Forget: la nostra intervista

Marco Korben Del Bene

Disponibile in Italia su tutte le piattaforme dal 4 marzo 2022 la colonna sonora – firmata Marco Korben Del Bene – di Not To Forget, film statunitense che ha vinto oltre 40 premi internazionali e sarà premiato anche al Los Angeles Italia Film Festival il 20 marzo 2022.

Si tratta di un racconto di malattia e tenerezza, amore e dolore, a riguardo dell’Alzheimer e del valore della famiglia. Scritto, diretto e prodotto dall’italo-americano Valerio Zanoli, il film è distribuito negli USA e UK da Vertical Entertainment, e vede la partecipazione di cinque premi Oscar: Olympia Dukakis e Cloris Leachman (alla loro ultima interpretazione prima della scomparsa nel 2021), Louis Gossett Jr., Tatum O’Neal e George Chakiris. 

A firmare la colonna sonora è il compositore italiano Marco Korben Del Bene, che per questo nuovo lavoro ha già ricevuto il premio come best soundtrack al New York Across the Globe Film Festival.

Marco Korben Del Bene
La colonna sonora di Marco Korben Del Bene

Per toccare l’intima sfera della narrazione della malattia, tanto privata quanto universale, Marco ha scelto temi musicali essenziali ed emozioni sonore per un album totalmente strumentale e acustico. Un’acustica lirica che tocca corde profonde e dà vita all’inedita narrazione in musica di una delle piaghe del nostro secolo, l’Alzheimer.

Not to Forget – Soundtrack diventa così un viaggio profondo e quasi spirituale che tocca quel confine sottile che separa e unisce l’amore e il dolore, nel momento della malattia dei nostri cari e della loro cura. È un viaggio delicato e poetico tra gli stati d’animo di chi accompagna le persone affette da Alzheimer (e non solo) in un alternarsi di sensazioni che poggiano su costruzioni musicali intense e al tempo stesso intime e delicate, per un ascolto raccolto e introspettivo.

Tra le 23 tracce di Not to Forget – Soundtrack, l’unico brano cantato è Take Care Of Me, che vanta la produzione di Marco Del Bene e Simone Sello. Mmentre il testo è firmato da Valerio Zanoli, Davide Bozza e Pierluigi Fabi con la straordinaria interpretazione di Sherol Dos Santos. Il mastering è stato realizzato da Luca Petrolesi di Studio DMI.

Not to Forget non è solo una colonna sonora ma anche un corpus narrativo in musica. ci racconti come è nata quest’avventura e cosa ha significato per te? 

Le cose accadono, come quelle negative anche quelle positive, grazie al cielo. Normalmente entri in un film perché crei una relazione con il regista, qui è successo il classico sogno americano, un provino su inviti. Mi hanno invitato, ho partecipato senza farmi alcun problema e ho vinto. Credo che sia stata la classica situazione dover essere se stessi premia

A tuo parere, la colonna sonora di Not to Forget si allontana molto stilisticamente dai tuoi precedenti lavori? Come mai hai scelto di comporre in acustico?

Nasco come chitarrista e la chitarra è uno strumento meraviglioso, moltissimi compositori di successo nel mondo audiovisivo sono chitarristi, lo stesso Zimmer è un chitarrista. La chitarra i suoi effetti, il suono ti predispone a cercare una magia non solo nell’armonia ma nella ricerca sonora. Rispetto ad altri lavori ho scelto un ensable acustico a cui ho aggiunto solo dei moog, synth analogici vecchia scuola. Per il resto chitarre, pianoforte, archi e fisarmonica, oltre a questi la voce, utilizzata come strumento. Il prossimo disco sarà totalmente violente come questi tempi, amo passare da un registro all’altro mantenendo un core originale.

Marco Korben Del Bene
Non è la prima volta che ti cimenti nella musica per immagini – ricordiamo le colonne sonore per il documentario Marayeurs, il più recente film horror Reverse ed il documentario VITA; tutti progetti molto diversi fra loro, e con Not to Forget contribuisci ad un fictional/drama: quali sono i “ferri del mestiere” per un compositore che per ogni progetto deve inventare qualcosa di nuovo, dando prova di estrema duttilità?

Amo la libertà che ti da l’audiovisivo, il cinema indipendente, i documentari, il video game. Non deve scendere a grossi compromessi. Se sei scelto è perché viene apprezzato il tuo suono il tuo gusto. La cosa fondamentale è amare le storie e il cinema. Credo di avere fortuna nell’audiovisivo perché io adoro il cinema ed il suo linguaggio. Voglio credere a Matteo Raffaelli un bravissimo regista di documentari che mi imputa una innata sensibilità e capacità di lettura nella dinamica narrativa, sarà… Posso dire che da ragazzo andavo al cinema con mia madre, vedevamo due o tre film la domenica. Quando ci piaceva qualcosa ce lo vedevamo due volte di fila. Direi che sono stato forgiato. Dal punto di vista musicale cerco sempre di mantenere un profilo artistico, questo aspetto fino ad ora mi ha premiato. 

Se potessi scegliere tre numi protettori dal firmamento musicale, chi sarebbero?

Il drammatico romanticismo di Chopin, l’elettronica Francese, il rock industriale dei NIN, ma è chiaro che nella mia musica puoi trovare tantissimi riferimenti, se solo penso alla chitarra non finiamo più.

— Onda Musicale

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