Recensioni e Interviste

Minatox69, intervista alla band vicentina

Minatox69

I Minatox69 hanno pubblicato un album, “Collapse”, proprio all’esplodere della pandemia. Li abbiamo intervistati in esclusiva per Onda Musicale per conoscerli meglio.

I Minatox69 sono una band metal nata a Bassano del Grappa, che fonde sonorità Death Metal, Math e Hardcore in maniera magistrale. Hanno pubblicato un album, intitolato “Collapse”, proprio all’esplodere della pandemia. Ma non si sono persi d’animo. È arrivato il momento per loro di portarlo in giro per i palchi di mezza Italia, nella speranza di poter tornare all’estero molto presto.

Li abbiamo intervistati in esclusiva per Onda Musicale, approfondendo il discorso circa la produzione di “Collapse”, il passato, il presente e il futuro della band.

Minatox69, chi sono?

I Minatox69 nascono parecchi anni fa. Ad un certo punto però avete deciso di prendervi una pausa a tempo indefinito.

Come è nato il gruppo e cosa è successo nel momento in cui avete deciso di fermarvi?

La band è nata nel lontano 2010 dalle ceneri di precedenti progetti che coinvolgevano la maggiorparte degli attuali componenti (Fox, Bocia, Tado, Checco). La volontà iniziale era fare un metal estremo senza porsi troppi paletti di genere e stile, ispirandosi alle band con cui eravamo cresciuti, dai Pantera ai Sepultura, dai Meshuggah agli Slipknot, e tante altre. Dopo due demo-cd, La Foca nel deserto (2010) e Hot Line (2012), e circa un centinaio di concerti in tutta Italia, nel 2013 abbiamo deciso di prenderci una pausa a causa di scelte di vita differenti (qualcuno è emigrato per alcuni anni all’estero) e alcune divergenze interne.

Ad un certo punto però avete deciso di tornare e nel 2019 avete pubblicato l’EP “Zero”. Cosa vi ha smosso a riprendere il percorso lasciato anni prima?

Durante gli anni di pausa alcuni di noi si sono comunque regolarmente sentiti e trovati a farsi alcune suonate,  poi nel 2018, la forza di questa passione e la voglia di voler esprimere ancora le nostre idee come Minat69x, ci hanno fatto ritrovare a comporre musica. Da qui abbiamo in pochi mesi pubblicato l’ Ep Zero (2019) e rilanciato alla grande il progetto, grazie anche ad alcuni importanti esibizioni live all’estero.

Quali differenze c’erano tra “Zero” e ciò che avevate fatto in precedenza?

Sicuramente è cambiato il metodo compositivo, con strutture ritmiche e dei riff meno contorte rispetto al passato e maggior attenzione alla riuscita del sound nel suo complesso. Inoltre, l’entrata di Cupido come seconda chitarra ha permesso un salto di qualità sia nel groove sia nelle alternative compositive-stilistiche.

Nel 2020 vi siete tuffati a capofitto nell’avventura di “Collapse”, un nuovo album, senza sapere però che dietro all’angolo si nascondeva la pandemia. Come avete affrontato questo periodo così difficile per la musica, in particolare quella dal vivo?

Collapse è stato registrato nel gennaio 2020, giusto due mesi prima del primo lockdown. Nel giugno 2020 abbiamo comunque deciso di lanciare l’album, nella speranza che  l’emergenza pandemica si potesse risolvere già quell’estate, ma la successiva triste evoluzione degli eventi e la conseguente mancata ripartenza dei live shows, ci ha spinto poi a rimandare l’uscita ad oggi 2022. Durante le varie limitazioni degli ultimi due anni, siamo comunque riusciti a restare uniti, concentrati e carichi di morale, continuando a trovarci in sala prove (talvolta clandestinamente), componendo nuovi pezzi,  registrando alcuni video e lavorando sotto traccia con Trivel Managament all’ organizzazione della nuova uscita dell’album e alla ripresa dei concerti per questa primavera. Diciamo che la musica ci ha tenuto “vivi” mentalmente e permesso si sfogare in positivo il malessere sorto con la pandemia.

Che elementi possiamo trovare a definizione della personalità di “Collapse” rispetto ai lavori precedenti? Cosa invece è rimasto costante nella vostra produzione?

Collapse è sicuramente la nostra produzione più matura musicalmente parlando: rispetto alle registrazioni precedenti abbiamo sviluppato una composizione più lineare dei brani (con meno cambi di riff e di tempi), basata su un importante struttura basso-ritmica e su una ricerca di un sound caldo, potente, dal forte impatto. Gli elementi di continuità con il passato sono la presenza costante e massiva della voce (poche sono le parti strumentali) e la mescolanza di vari generi e stili musicali (Death, Trash, Groove, Hardcore Metal) che da sempre ci contraddistingue.


Avete condiviso il palco con nomi di spessore come Lacuna Coil e Sepultura. Cosa vi è rimasto di queste esperienze? Qual’è la cosa che maggiormente vi ha colpito di questi artisti?

Sono state esperienze di grande valore umano oltre che artistico. Esibirsi a fianco di professionisti e staff super qualificati a livello mondiale ci ha permesso di capire quanto lavoro  artistico, organizzativo, logistico ci sia dietro a simili realtà. Parlando ad esempio con gli italiani Lacuna Coil ci siamo sorpresi di quanto loro in un lontano passato hanno faticato ad emergere internazionalmente e di quanto ci hanno creduto in quello che facevano. Con i Sepultura è stato come vivere un sogno, artisti e personaggi veramente di spessore, molto simpatici per non dire alla mano: negli incontri con Kisser siamo finiti a parlare spesso di calcio, sua e nostra altra grande passione; con Green, persona devo dire molto profonda e saggia, ci siamo pure ritrovati poi a Milano ad una sua clinic ed ora ci segue spesso nei Social.


“Collapse” è stato rilanciato adesso che le cose sembrano decisamente migliorate per la musica dal vivo. Avete pubblicato un video ispirato all’iconica pellicola “Paura e Delirio A Las Vegas”. Come avete avuto l’idea per il video?

Il videoclip di Collapse nasce dalla collaborazione con Trivel Management e viene registrato nel dicembre 2020, diretto e montato da Daniele Bagolin e Leonardo Amati presso il loro studio a Padova. La volontà era creare un video ironico che si differenziasse dai soliti, spesso cupi, video metal e che mostrasse un immagine della band più leggera, quasi scema, quali siamo come persone componenti dei Minat69x! Da qui l’idea di ispirarsi e quasi omaggiare la celebre scena del viaggio in auto nel film cult “Paura e Delirio a Las Vegas”. Ci siamo divertiti molto a recitare ognuno la sua parte, in questa pazza fuga da un mondo che sta collassando, a bordo di una decapottabile, passando fra alcune stupide peripezie. Dietro all’ironia, c’è anche il significato più profondo sul tema della disillusione (che nel film è ben descritto nel monologo di Duke dalle parole “quel muro dove l’onda si infrange”) e della necessità di evasione da questa realtà sempre più complessa e volubile.


Nel rilanciare “Collapse” avete finalmente celebrato un degno release party a Vicenza. Come prosegue il tour?

Il Release Party del 02 Aprile a Vicenza è stato un grande ritorno sul palco, nonché un grande inizio di tour: il pubblico ha risposto alla grande e ci ha caricato ancora di più per le date successive! Ora saremo questo sabato 16 aprile allo storico Bloom di Mezzago, poi il 22 al Wishlist di Roma, il 13 maggio al Circolo DEV di Bologna, il 19 giugno al Rock’n’roll di Milano, infine il 29 giugno allo Sherwood Festival a Padova…forse nel frattempo uscirà anche qualche altra importante novità.La voglia di esibirsi è tanta, abbiamo lavorato molto a questo progetto ed ora è il momento di iniziare a raccogliere quanto seminato!

Cosa altro sta accadendo in casa Minatox69? State già guardando al futuro o preferite godervi ciò che state facendo adesso?

Per il momento ci stiamo godendo questi tanto attesi live shows dopo due anni di stop forzato. Parallelamente stiamo da mesi componendo nuovi pezzi con l’obiettivo di registrare qualcosa in autunno, ma dobbiamo ancora rifletterci bene sulle modalità, se un’ Ep di pochi pezzi oppure un altro full-length. Ci guarderemo attorno anche per un eventuale etichetta discografica che possa supportarci nel prossimo lavoro.

— Onda Musicale

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