Recensioni e Interviste

Gabriele Mancuso si racconta ad Onda Musicale

Dall’8 aprile 2022 è disponibile sulle piattaforme digitali e in rotazione radiofonica “Sospesi”, il nuovo singolo di Gabriele Mancuso.

“Sospesi” racconta di come può essere difficile distinguere l’alba e il tramonto in determinati momenti della vita e di come spesso e volentieri soffriamo e sanguiniamo sottopelle per evitare che gli altri vedano le nostre sofferenze più intime e profonde. E’ un brano che rappresenta la seconda parte de “Il tempo che stiamo perdendo”, il singolo precedente di Gabriele Mancuso. Non è una canzone vera e propria, ma una poesia messa in musica durante il difficile periodo del lockdown. Giorni difficili, senza tempo e senza prospettiva.

Non abbiamo saputo resistere, e gli abbiamo fatto qualche domanda.

Hai mai pensato ad un nome d’arte invece di usare il tuo vero nome “Gabriele Mancuso”? Cosa ti ha fatto decidere per una cosa piuttosto che un’altra? 

Ciao! Arrivo da un progetto collettivo dal nome Kimera. La nostra musica era costruita insieme proprio come una vera band! Quando ci siamo sciolti ho iniziato un nuovo percorso che mi ha portato molto lontano dallo stile e dalle sonorità passate, tanto da farmi decidere di non avere un nome d’arte, ma semplicemente il mio.

Il lockdown sembra aver rappresentato per te un periodo di introspezione. Com’è andata? “Sospesi” può parlare anche di altri periodi oltre il lockdown?

Il lockdown è stato uno dei periodi più importanti della mia vita. Mi sono guardato dentro e ho capito tanto di me. Mi sono dovuto fermare e guardarmi per davvero. Sospesi è una canzone che può tranquillamente essere presa e messa su ogni volta che ci si vuole fermare, senza che sia un lockdown ad imporcelo.

Ora che dal 2020 son passati ben due anni. Che è successo, emotivamente parlando, da quel periodo ad oggi? 

Ho scavato dentro di me e piano piano sto intravedendo quello che chi sono davvero. Nell’arco degli anni passati ho fatto davvero tante cose…ma la domanda che ho imparato a pormi e’ questa: “…ma tutte le cose chi ho fatto, le deciso che ho preso, sono davvero state frutto di mie scelte consapevoli oppure è stata l’inerzia della mia vita a far accadere tutto senza nemmeno che io me ne accorgessi?”.

Ti mancano i palchi e l’attività live che avevi con i Kimera? E cosa in particolare?

In realtà suono tanto in band anche adesso…quindi non è suonare con un gruppo che mi manca. Dei kimera mi manca di più la spensieratezza e la voglia incondizionata di sognare che esplodeva anche solo il Mercoledì sera nella nostra sala prove, in un garage sperduto nel comasco. 

-Cosa accadrà adesso? 

Adesso voglio finire questo concept live che mi porterà a registrare ancora qualche canzone live per poi far esplodere tutto in un grande concerto con un’orchestra di 20 elementi a teatro… non vedo l’ora.

— Onda Musicale

Sponsorizzato
Leggi anche
“Lingonberry” è il secondo, esplosivo, album dei Deaf Lingo: l’intervista esclusiva
Maurizio Solieri si racconta al nostro giornale. Ecco l’intervista