Recensioni e Interviste

Intervista a Luca Gemma

Luca Gemma

Il 26 aprile 2022 è uscito per Adesivadiscografica “Sul precipizio“, il nuovo singolo di Luca Gemma. Un nuovo capitolo per il cantautore di origini romane, ma di stanza a Milano, che ci avvicina ad un album in uscita a settembre.

Sul precipizio” di Luca Gemma è un brano rotolante in quattro quarti in cui la chitarra acustica accentua il backbeat e trascina tutto dall’inizio alla fine. Le voci, una bassa e una alta, e il kazoo fanno il canto. Il piano elettrico e gli archi il controcanto.

E noi gli abbiamo fatto qualche domanda!

É difficile vivere di musica nel 2022, e da quale fonte arrivano le entrate economiche principalmente?

«Ti rispondo con un detto, nato per sfottere il mondo musicale che sarebbe popolato da esseri più materiali che poetici. “Di cosa parlano due musicisti quando si incontrano? Di soldi!”. Comunque sì, è sempre più difficile, anche se non per tutti nello stesso modo. Lo streaming ha complicato molto le cose.»

Di cosa tratta “Sul precipizio” e quanto è un brano autobiografico?

«La canzone è un dialogo immaginario che parla di solitudine e del bisogno di cose vere, di qualcuno in cui riconoscersi mentre si sta lì, in bilico, in quell’equilibrio precario che è l’esistenza. Sul finale ripeto ‘”ascia stare tutto e vienimi a salvare’” è il desiderio di contatto umano, la cosa che più di ogni altra è mancata anche a me in questi due anni di isolamento e pandemia

É possibile scrivere di qualcosa che non si conosce?

«Ci sono autori che scrivono romanzi gialli e noir senza aver mai ucciso o investigato e altri che hanno scritto romanzi d’avventura senza spostarsi da casa. L’importante è avere qualcosa da raccontare e una propria visione delle cose che si forma anche con l’immaginazione e con la capacità di osservare. La realtà alla fine è sempre soggettiva e per metterla in una canzone, un racconto, un film, una poesia, ne prendi un pezzo, la smonti e la rimonti a tuo piacimento, mettendoci dentro il tuo vissuto. Una canzone è un pezzo di realtà trasfigurata da una bugia e quando viene bene sembra più vera del vero.»

Che parte occupa la musica nella tua quotidianità?

«Suono sempre un po’ tutti i giorni. Chitarra o pianoforte e voce, canto le canzoni di altri per puro piacere o per rubare qualcosa, butto giù qualche idea che poi mi appunto, registro e tengo da parte. E ascolto molta musica.»

E che cosa ti manca degli anni Novanta?

«È stato un decennio pieno di novità musicali, di spazi e di energia per chi come me, con i Rosso Maltese, cominciava a fare musica sul serio in una nascente scena alternativa e indipendente dal mainstream discografico. Era ancora un tempo ‘analogico’ in cui i dischi avevano una vita molto più lunga di adesso. Ma la nostalgia non mi piace perché è una lente che distorce le cose, che in questo caso sembrerebbero tutte belle semplicemente perché allora avevo venticinque anni. Però potrei dirti che mi manca quella sensazione leggera di avere più tempo davanti ma… c’est la vie!»

— Onda Musicale

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