Intervista esclusiva ai Jaguero, band di Vicenza fuori con l’EP “Mild Safari” e in tour con i Delta Sleep.
I Jaguero hanno pubblicato un EP di debutto intrigante e orecchiabile. Non sono novellini, anzi, vengono tutti da progetti ben avviati e con uno storico di rilievo. Ma evidentemente c’era bisogno di aria fresca nelle loro vite e di nuova linfa per sfogare la propria creatività. Abbiamo intervistato la band veneta all’indomani della loro data zero con i britannici Delta Sleep. Ne è emersa una interessante chiacchierata, che vi proponiamo in esclusiva su Onda Musicale.
Avete debuttato con un nuovo progetto ma venite tutti da esperienze precedenti. Cosa vi ha portato a voler creare i Jaguero? Cosa mancava negli altri progetti che avete poi trovato modo di esprimere con questo nuovo gruppo?
In realtà non c’è stata nessun mancanza associata alle nostre esperienze precedenti che ci ha portato a creare Jaguero. L’idea è nata puramente per noia e per la voglia di suonare dal vivo questo genere, in questo modo. Jaguero è una sorta di percorso parallelo ai nostri progetti in attività e un nuovo capitolo rispetto ai progetti conclusi, in cui portiamo con noi tutte il bagaglio delle esperienze passate e presenti.
Avete pubblicato “Mild Safari” come biglietto da visita. Cosa troviamo nel testo di questo singolo?
Mild Safari è una sorta di “inno del non abbattersi”: nello specifico, è un brano che descrive la fine di una relazione poco prima di una partenza, in cui la morale è rappresentata dall’apprezzare il presente piuttosto che il passato e il futuro. Insomma, affrontare una situazione così spiacevole a muso duro senza spegnersi!
Avete poi fatto seguire “Negative, Awesome!” Questo titolo ci ricorda esclamazioni ripetute più e più volte nel corso degli ultimi anni, a suon di tamponi e test vari. Allude a quello o c’è altro?
Contrariamente a quel che richiama il titolo, “Negative, Awesome!” allude a questa moda dell’essere sempre persone positive, col sorriso in faccia e farsi vedere sempre felici. Non c’è nulla di male nell’abbracciare anche la nostra parte più negativa, perchè essa rappresenta solo l’altro lato della stessa medaglia. Farsi vedere super positivi quando in realtà si muore dentro non serve a niente, quindi “Negative, Awesome!” spinge all’utilizzare la propria negatività come punto di forza per uscire da situazioni psicologicamente sgradevoli.
Come avete affrontato gli ultimi due anni da musicisti? E con le altre attività della vostra vita, come ve la siete cavata? Cosa fate oltre a fare musica?
In questi ultimi due anni ci siamo concentrati sulle nostre rispettive carriere: Andrea Campesato Segnini e Guido Dal Prà lavorano nel ambito del graphic design, Matteo Marangoni lavora come tatuatore, e Andrea Cichellero sta concludendo il suo percorso di studi in astrofisica. Tutti noi negli ultimi anni abbiamo lavorato sodo sulle nostre carriere, e questo (insieme allo stop della musica dal vivo) ci ha portato a creare Jaguero, un mezzo uomo-mezzo animale che ci permette di suonare come se il nostro lavoro e tutto questo parlare di pandemia non ci fosse.
Vicenza sembra essere una provincia florida dal punto di vista musicale, su tanti generi diversi. Quali sono i progetti punk e affini made-in-Vicenza che dovremmo ascoltare? E ci sono altre band e artisti della vostra provincia che meritano una menzione speciale?
Sicuramente i nostri cari amici Eddie Bunker sono una proposta interessantissima nel panorama hardcore vicentino, con il loro nuovo album “Tormento” recentemente uscito per Gold Leaves Academy. Parlando di generi completamente diversi, ci sentiamo di segnalare anche altri due progetti made in Vicenza: Delicatoni e Luca Cescotti, rispettivamente un ensemble jazz/rnb sperimentale e un cantautore dai mille colori e suoni. Date un ascolto a questi tre progetti, non ve ne pentirete!
Internet ha accorciato, se non azzerato le distanze. Ciò rende possibile a quattro ragazzi di Vicenza di essere ascoltati in California, ma allo stesso tempo allarga notevolmente il fronte della “competizione” per emergere. Quali sono altri pro e altri contro del fare musica in questa epoca?
Questa diffusione senza barriere è sicuramente uno dei punti forti dell’era di internet e dei servizi di streaming musicale. Stiamo ricevendo una risposta dall’estero notevole grazie a piattaforme come Spotify e Bandcamp e al lavoro di Gab De La Vega di Epidemic Records come ufficio stampa. Un possibile contro è rappresentato da questa non-fisicità della connessione: non ci sono concerti in cui puoi stringere una mano, bere qualcosa con un fan californiano, chiaccherare con qualcuno e creare una connessione, un’amicizia. Oramai l’80% di questo avviene nell’ambiente social o tramite mail, e quindi va a perdersi quel romanticismo che caratterizza queste connessioni. Speriamo che in un futuro prossimo si possa dare meno spazio ad internet e viaggiare di più per suonare e per vedere concerti.
Avete appena affrontato la vostra data zero, insieme ai Delta Sleep. Come è andata? Cosa comporta per un gruppo composto da membri di progetti già conosciuti uscire con un EP che ottiene una buona risposta e poi doversi proporre dal vivo in una serata di rilievo? Sentivate delle aspettative oppure vi sentivate preparati ad affrontare la prova live?
E’ andata molto bene, ci siamo divertiti come dei pazzi. Non nascondiamo il fatto che eravamo abbstanza tesi per tutti i motivi citati nella vostra domanda, ma anche sicuri del fatto che questo live sarebbe stato portato a casa. Abbiamo scritto Worst Weekend Ever proprio essere suonato dal vivo, e anche se (come in ogni concerto) problemi tecnici o di salute sono all’ordine del giorno, con o senza aspettative ci sentivamo pronti. Ovviamente come ogni nuovo progetto, ci vuole un po’ di rodaggio dal vivo, ma non vediamo l’ora che arrivi il prossimo live per suonare di nuovo (16 Luglio al Life Is Strage DIY Fest!)
Credete che i prossimi tempi vi consentiranno di affrontare concerti e situazioni dal vivo nelle quali comprendere altri “strati” e potenzialità del progetto Jaguero?
Certamente! Il progetto Jaguero è nato proprio per questo, ovvero cercare di suonare dal vivo ovunque sia possibile. Sognamo l’America, l’Inghilterra e tutti gli altri paesi in cui c’è una scena viva e pulsante. Sognamo venues di ogni genere e dimensione, non ci importa dei grandi palchi ma solo della gente presa bene mentre noi ci divertiamo sul palco. Stiamo lavorando proprio per questo, sperando che la musica dal vivo possa tornare davvero al 100% in tutto il mondo.