La musica è divertimento, integrazione e linguaggio universale. È così che – il 21 giugno in occasione della Festa della Musica 2022 – Piazza Damiano Sauli, nel cuore di Garbatella diventerà palcoscenico di Recovery Sound, evento organizzato dallo Spazio Potenziale per Giovani Adulti ARGOLAB2 – Dipartimento Salute Mentale ASL RM2 – con il patrocinio del Municipio VIII di Roma.
Un concerto speciale con ospiti gli Argoritmo – giovani musicisti dello Spazio Potenziale ArgoLab2 – in una staffetta musicale che vedrà alternarsi sul palco alcune interessanti realtà del panorama romano, Roberto Casalino, Scrima, Guidobaldi, Daniele De Gregori, Garba Trio, Winkin’ Blues, Diego.
Gli Argoritmo, ospiti dal vivo in occasione di Recovery Sound, sono un gruppo a composizione variabile nata nel gennaio 2021 all’interno dello Spazio Potenziale Argolab 2. La band si confronta con la musica quotidianamente, vivendola come un linguaggio spontaneo e universale.
Una progettualità virtuosa tutta romana, che parte dalla periferia di Torre Maura per arrivare a Garbatella, portando le note e le parole di musicisti e cantautori direttamente a contatto con i giovani. Recovery Sound racconta così una Festa della Musica che diventa occasione di condivisione intorno all’esperienza di un ascolto che unisce ed emoziona.
Ne abbiamo parlato con Roberto Casalino, ospite speciale di questa giornata dedicata alla musica.
Le condizioni psicologiche dei giovani dopo la pandemia sono peggiorate notevolmente. Può la musica aiutare a “guarire”? In che modo?
La pandemia ha messo tutti noi di fronte a una serie di situazioni e stati emotivi che fino ad allora erano stati “offuscati” dal continuo scorrere del tempo, un tempo che si scandisce nel caos di informazioni, emozioni, stimoli continui che portano spesso l’essere umano a non interrogarsi davvero su quanto accade fuori e dentro di sé. Una reclusione forzata, unita alla paura di perdere i propri cari oltre la propria salute, ci ha costretti a guardare in faccia le nostre paure, ad ascoltarci e soprattutto a soffrire. Gli adolescenti sono probabilmente la categoria che più ha subito tutto ciò, privati della possibilità di condivisione che è fondamentale alla loro età. La musica è stata sicuramente compagna fedele e sicura, così come le serie tv e i servizi di streaming. Oggi che il peggio sembra superato, è proprio la musica a correre nuovamente in aiuto dei ragazzi: infatti si assiste a un vero e proprio affollamento di concerti, manifestazioni, discoteche: luoghi dove è possibile sfogarsi e godere di una libertà per troppo tempo negata.
È importante la partecipazione dei giovani ad un evento come “Recovery Sound”. Quale messaggio vorresti trasmettergli?
Sicuramente quello del rispetto per l’ambiente e delle regole di civiltà che dovrebbero essere onnipresenti e mai ignorate. La musica può veicolare tantissimi messaggi e questo è uno di quelli che mi sta più a cuore, oltre al rispetto dell’essere umano in quanto unicità in tutte le sue sfaccettature.
Accanto all’ascolto dei giovani, abbiamo la cura per il nostro patrimonio culturale. Come si valorizza attraverso la musica?
Vivere in una città come Roma e aver la possibilità molto spesso di suonare circondati da monumenti storici è una grande occasione per sensibilizzare il pubblico nel rispetto di questo nostro patrimonio dal valore inestimabile. Fare concerti all’interno di musei, chiese, monumenti è un modo per avvicinare i giovani, stimolare la loro curiosità e interesse nel conoscere il nostro passato, la nostra arte e la nostra cultura. Abbiamo visto il potere che hanno molti influencer in quest’era dei social: è sufficiente qualche scatto all’interno di un museo per smuovere le masse.
Roma è la città in cui sei cresciuto, proprio in quegli anni che stanno attraversando oggi i giovani a cui è rivolta l’iniziativa. Quali sono le emozioni che ti suscita un palcoscenico che è anche una casa?
Roma è tutt’ora la mia casa, è il posto in cui mi sento a casa e dove sento di appartenere: tant’è vero che non ho mai voluto trasferirmi altrove nonostante il mio lavoro mi suggerisse di farlo negli anni. Cantare poi in un quartiere popolare e poetico come Garbatella è un’emozione ancor più forte: sarà bellissimo far risuonare la mia voce e le mie note tra le case, i vicoli e le strade di questo pezzo di città.