Recensioni e Interviste

Intervista a Tobjah (Tobia Poltronieri): “La via di un Pellegrino”

Tobjah

Tobjah è lo pseudonimo di Tobia Poltronieri, chitarrista, compositore e cantante veronese. Un nome conosciuto nella scena underground italiana.

Tobia Poltronieri – in arte Tobjah – (1988, Verona) ha attraversato la scena musicale italiana da dieci anni a questa parte (“Singar”, l’esordio del collettivo C+C=Maxigross è del 2011), passando dalla psichedelia folk in lingua inglese degli inizi fino al recupero della lingua madre, contaminata da sonorità sperimentali ed ancestrali.

Collaboratore dello scomparso Miles Cooper Seaton (Akron/Family), Lino Capra Vaccina (nel suo primo disco solista Casa, finalmente), Marco Giudici & Adele Nigro (Any Other) e Marco Fasolo (Jennifer Gentle) tra i tanti, ha all’attivo una decina di dischi, e centinaia di concerti tra palchi internazionali come il Primavera Sound di Barcellona (coi C+C nel 2016, prima band italiana nella line up ufficiale), un concerto registrato dalla BBC con il Miles Cooper Seaton Trio (2017), e aperture di rilievo come per il tour teatrale di IOSONOUNCANE e Paolo Angeli (2018).

Scrive, suona e produce tra la Sardegna, dove si è trasferito, e Verona, sua città natale dove si trova lo Studio Tega di Veronetta (il quartiere multiculturale della città), casa di produzione musicale fondata assieme al produttore Duck Chagall (anch’esso co-fondatore dei C+C).

Abbiamo incontrato Tobjah per fargli qualche domanda sul suo nuovo album dal titolo “La via di un pellegrino”, ecco com’è andata.

Come sta la musica indipendente dopo tutto quello che è successo finora? 

«Credo che la situazione sia analoga a quella che ho visto succedere dalle scorse vacanze di pasqua nella mia città (Verona): da una settimana all’altra è ripartito tutto, e il centro storico è più intasato dell’estate del 2019. Solo che ora costa tutto di più. Allo stesso modo vedo che il mondo della musica è ripartito al 600% con l’intasamento dell’offerta (vedremo quale sarà la domanda) e la conseguente e ovvia precedenza data a chi muove più pubblico (e quindi soldi). In poche parole dopo la crisi (intendo quella pandemica, quella attuale chissà come si chiamerà) chi è più conosciuto-famoso-seguito-ricco lo sarà ancora di più di prima, mentre chi è rimasto indietro (per qualunque motivo) sarà ancora più lontano da quello che magari aveva raggiunto a fatica fino all’inizio della pandemia. È un momento in cui ci si deve sgolare per farsi sentire in mezzo alla folla, e vince chi ha il megafono più grande, non quello dal suono più profondo o interessante. Niente è perduto naturalmente, anzi. Spero che da questa ennesima crisi nascano nuove strade, necessità e percorsi alternativi

Questo disco arriva in un momento in cui tutto sembra ricominciare. Non hai paura che si perda? 

«Penso che in mezzo a questo trambusto ci perderemo tanti canti suadenti di uccelli splendenti, ma semplicemente quegli uccelli voleranno da qualche altra parte. Sta a noi andare a cercarli

Siamo curiosi. Come sei organizzato per riproporre questo disco live? Qualche dettaglio nerd? 

«Sto cercando di inserire elementi elettronici e campionamenti sia utilizzati nel disco sia presenti in nuovo materiale a cui sto lavorando. Rimango dell’idea che comunque ogni luogo e contesto necessiti di un approccio diverso e armonico con l’ambiente circostante, perciò ogni concerto sarà diverso da quello precedente

Alla fine, anche nel tuo progetto solista c’è una buona parte dei C+C=Maxigross. Tieni a tenere separati i due progetti?

«Assolutamente c’è buona parte dei C+C! infatti non li tengo separati, bensì completamente connessi

Com’è è iniziato questo 2022, e come proseguirà dopo la pubblicazione “La via di un pellegrino”?

«Il mio 2022 è iniziato con il trasferimento in Sardegna, lasciando la Casa Tega dove ho vissuto sette anni pregni di Musica e Vita nella mia città natale (Verona). Spero sia di buon auspicio per il mio cammino verso strade imprevedibili

— Onda Musicale

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