Un Cd book appena edito da Finisterre celebra i 25 anni di carriera di MishMash. Il termine racchiude significati legati al concetto di mescolanza.
E così tutto canta: dialoghi e musiche per un futuro possibile è un album che attraverso 12 tracce e un libro di accompagnamento particolarmente ricco nei suoi contributi autorevoli, restituisce alla musica la sua vera risorsa di dialogo. Ecco la nostra intervista ai MishMash.
Chi sono i MishMash?
“Sono un gruppo unico nel suo genere: i MishMash, sin dalla fondazione che risale a circa 30 anni fa, hanno unito in un percorso di tradizioni popolari e intercultura quattro musicisti appartenenti a 4 differenti fedi religiose – Ebraismo, Cristianesimo, Buddismo, e Islam. Siamo Marco Valabrega al violino e Daniele Valabrega alla viola, Nicola Pignatiello alla chitarra (che ha sostituito il compianto Maestro Domenico Ascione, scomparso prematuramente nel 2017), Bruno Zoia al contrabbasso e Mohssen Kasirossafar alle percussioni persiane. Inoltre, collaboriamo da molti anni con la cantante italo-turca Yasemin Sannino. Il repertorio spazia da arrangiamenti di musica ebraica sefardita ed ashkenazita, alla musica persiana e turca, inserendo un vasto numero di brani originali scritti da tutti i componenti del gruppo. Abbiamo in comune una voglia di comunicare tramite la musica un messaggio universale di unione e di amicizia. MishMash è per l’appunto un nome che esprime mescolanza, difatti in questo lavoro appaiono poesie, dialoghi, immagini che provengono da disparati luoghi e pensieri. Il nostro obiettivo è dimostrare che tutte le diversità non fanno che arricchire il prodotto artistico e possono essere incorporate in un unico contenitore che altro non è che la nostra anima.“
Come nasce E così tutto canta? Perchè questo titolo?
“Il nostro primo CD/BOOK, che viene dopo i tre precedenti CD pubblicati sin dal 1997, nasce da un sogno, in cui ho desiderato di fare un omaggio a Mimmo, il nostro compagno di avventura e di musica M° Domenico Ascione, la cui scomparsa ci lasciò senza fiato per un lungo periodo. Ma nasce soprattutto da un “risveglio”, in cui è apparso con chiarezza il nostro percorso in questo trentennio. Le nostre storie mescolate, come indica la scelta del nostro nome MishMash (N.d.R. Traduzione di “mishmash” in italiano mix, mescolanza, calderone) che per noi indica appunto l’insieme armonico di elementi umani e musicali diversi fra loro. Ma anche le storie che abbiamo condiviso e aggregato sono tante e varie, come pure le tematiche che abbiamo affrontato sin dai primordi. Altra considerazione fatta è stata che avevamo anche brani nuovi ed altri consolidati da tempo ma mai pubblicati prima. Con questa intenzione abbiamo deciso insieme al nostro produttore, Erasmo Treglia di Finisterre, di scrivere un libro: una sorta di un dialogo fra le parti, coinvolgendo tante voci, provenienti tanto dal passato che dal presente. Il primo di questi contributi, a cura del Cardinale Don Matteo Zuppi, è particolarmente significativo e parla della musica come mezzo per far cantare insieme tutte le diverse “voci”. Da questo passaggio testuale del suo intervento è tratto il titolo del nostro cd book.“
Quali culture e quali storie avete attraversato in questo cd book?
“Abbiamo voluto inserire nel libro esperienze come quella di Cesare Valabrega, nonno del nostro violinista, importantissimo musicologo che venne perseguitato dai nazi-fascisti durante la Shoah. Ma anche le poesie che Edith Bruck e Max Manfredi ci hanno messo a disposizione e gli interventi di esperti che ci spiegano l’origine del “Niggun” piuttosto che delle politiche dell’acqua e delle migrazioni. I contenuti sono stati arricchiti anche dal dialogo con la Dott.ssa Daniela Di Capua, che ha diretto per anni il sistema italiano SPRAR per i richiedenti asilo e rifugiati, e con la Prof. Francesca Corrao, docente di cultura e lingua araba alla Luiss di Roma nel merito di emigrazione, confronto, con citazioni di testi sacri buddisti.“
C’è un brano in particolare, Hasankeyf, che si ispira a forti temi di attualità: puoi raccontarceli? E qual è il messaggio che vorreste trasmettere?
“(Risponde Bruno Zoia, autore del brano N.d.R) Hasankeyf era una città abitata da 12 mila anni, intrisa di storia e di storie di vita, con tradizioni millenarie ancora vive, affacciata sul grande fiume, nell’incrocio fra il Tigri e l’Eufrate che visitai nel 2011. Si diffuse la triste notizia al tempo. che il governo centrale avrebbe aperto una grande diga, inondando completamente la città Hasankeyf per portare l’acqua alle città a valle. Il vecchio minareto fu prelevato con delle gru e montato su un autoarticolato e trasportato in un altro sito, la popolazione sfollata in new town sconosciute… e l’acqua inondò completamente Hasankeyf. Provando una angoscia reale per la questione ho scritto questo brano: ho voluto descrivere la processione delle persone che abbandonano le proprie case, le proprie terre e la propria città, facendo un viaggio verso luoghi ignoti. L’incedere nel viaggio, con il peso della tradizione si trasforma in una danza ritmata, trasportata dal suono e dalla corrente del fiume. Il canto e il cuore di Yasemin Sannino, autrice del testo, completa questo che è anche un viaggio dell’anima. Il mio brano Hasankeyf è dedicato a quei bambini in viaggio e alla popolazione tutta di quelle terre.“
Il libro contiene i contributi di personaggi provenienti da diverse fedi e culture: qual è il fil rouge che unisce i vari interventi del cd book dei MishMash?
“In un periodo difficile come quello che viviamo, ci è sembrato importante dimostrare come il confronto e il dialogo di culture, religioni e “voci” diverse sia non solo possibile ma sia un vero motore di innovazione, pace e arte. Il fil rouge di questo è proprio questo: la musica che unisce le diversità. Il fil rouge, come speriamo sia evidente, è la voglia di dimostrare che la nostra musica seppur piena di elementi in contrapposizione, persegue l’obiettivo di condividere delle emozioni: sono quelle di un essere umano che convive con la pace e l’equilibrio.“