Già anticipato dai singoli “Godi e persevera” e “Abbandonati alle cose”, fuori il primo disco dei Rosso Marte, un EP dal titolo “Ciao Freud”.
Il titolo descrive in maniera ironica il distacco dalla psicanalisi classica, perdendosi nei meandri del subconscio umano, vissuto con un viaggio sonoro che prende di petto l’ignoto, affrontandolo e uscendone a testa alta nella maniera più autentica e genuina possibile. “Ciao Freud” contiene cinque inediti registrati a fine marzo dello stesso anno presso il Crinale Lab, uno studio/laboratorio immerso nella natura romagnola che rispecchia l’anima analogica di questo primo lavoro. Luogo fortemente voluto dal duo romano, per l’approccio, l’etica e la gestione, al di fuori del caos cittadino, dove il processo creativo si evolve naturalmente scandito dall’alba e dal tramonto, dai pranzi e dalle cene in comunità con la squadra del crinale, dove si crea subito un’atmosfera familiare.
Tra Covid e scena romana, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro.
1. Siete nati prima del Covid, ma avete esordito oggi. Cos’è cambiato in questi anni cruciali?
Ciao, grazie per l’intervista. Molte cose sono cambiate, molte stanno tornando com’erano prima, per fortuna c’è tanta voglia di andare ai concerti e fame di musica, di eventi, forse anche più di prima. Durante questo periodo abbiamo fatto di necessità virtù , collaudando un metodo di lavoro che si è rivelato molto efficace, ovvero lavorare sui brani da casa, inviandoceli e registrando ognuno la sua parte, così che una volta tornati in sala prove si aveva una struttura solida. È un metodo che abbiamo continuato a usare. All’inizio di quest’anno avendo accumulato molti brani abbiamo sentito l’esigenza di registrare il nostro primo lavoro in studio, di tornare a suonare dal vivo, insomma di tornare alla vita prima del covid.
2. Esordire oggi non è facilissimo. Vi siete mai sentiti scoraggiati? O avete mai pensato di lasciare questo progetto “privato”?
Di lasciarlo privato no, però la difficoltà di fare musica oggi la sentiamo tutta, soprattutto perché abbiamo scelto di essere totalmente indipendenti, senza etichetta e management. Scoraggiarsi non fa parte del nostro DNA, sembrerà retorica ma l’energia e il calore del pubblico quando suoniamo dal vivo ci dà una forza immensa, quei pochi attimi valgono tutta la fatica che si fa, dall’inizio fino alla stampa delle copie dell’album.
3. E come vi immaginate che sia un fan generico dei Rosso Marte?
Non ci piace etichettare la nostra musica, figuriamoci i nostri fans. Ci immaginiamo gente vera, il popolo, gente che si emoziona, il nostro scopo è arrivare a tutti. Ci piacerebbe vedere un pubblico sempre più eterogeneo, dalle ragazze e ragazzi di vent’anni alle signore e ai signori di sessanta. Finora in effetti abbiamo visto gente di diverse fasce di età apprezzare la nostra musica.
4. E il vostro concerto perfetto come ve lo immaginate? Con o senza groupie in camerino?
L’idea di perfezione non ci si addice, ma il concerto ideale è chiaramente quello dove la gente balla, canta, poga, si sente libera e unita. Groupies o no, avere persone che ti seguono e apprezzano ciò che fai è il motivo per cui si fanno i tour.
5. Programmi per il 2023?
Suonare dal vivo il più possibile e registrare il prossimo lavoro che già sta prendendo forma, di fatto, oltre a “Ciao Freud” il nostro set live include molti pezzi nuovi. Speriamo di incontrarvi in giro!