Recensioni e Interviste

Diamarte: distopia, post-rock e “Transumanza” (intervista)

Transumanza

Prodotto da un grande visionario dei suoni come Carmelo Pipitone, eccovi l’esordio dei Diamarte, formazione molisana che proprio dalla provincia pescano non soltanto i suoni ma anche un certo potere visionario per dipingere e raccontarci la vita.

È un disco distopico, sospeso e post-apocalittico per molti sensi quello dei Diamarte, nonostante le forma del pop rock restino valide sempre. Questo primo lavoro dal titolo “Transumanza”, inevitabilmente ci riporta a quei margini di confini e vita di periferia, quell’energia vera che nasce inevitabilmente dalle privazioni. E la vita, narrata e suonata, prende direzioni davvero affascinanti.

Ho come l’impressione che il suono voglia distruggere le normali abitudini ma in fondo sa come restare fedele ad una linea classica… siamo in una terra di mezzo o sbaglio?

«Molto interessante la tua riflessione. Credo che per distruggere le normali abitudini bisogna fare uno sforzo in più noi cerchiamo di essere quello che ci viene più naturale e ben venga se le influenze che hanno contaminato il disco emergono dal primo ascolto. Possiamo dire che per adesso rimaniamo ancora “fedeli alla linea”. Non ci piace la terra di mezzo».

“Transumanza” potrebbe essere una fotografia distopica della nostra realtà?

«Non era nostra intenzione focalizzarci necessariamente sulla nostra realtà. Soltanto dopo aver raggruppato e riordinato i brani per il disco ci siamo resi conto che il viaggio è contaminato dalla nostra realtà pur essendo, per gran parte dei brani, un percorso introspettivo».

E per voi cosa significa davvero transumanza? Molise o il “grande nord”?

«Ci piace sentirci parte del mondo. Siamo molisani, la nostra terra è misteriosa, a volte surreale ma non abbiamo radici ben solide attaccate al nostro terreno. Io amo alla follia l’Emilia Romagna per esempio…Davide il nostro chitarrista adesso vive a Milano. La nostra transumanza rappresenta il momento in cui abbiamo deciso di staccare le radici dalla nostra piccola realtà per affacciarci al mondo. Molise o “il grande nord”? Il grande rock!».

Esiste ancora una sorta di discriminazione in questo futuro digitale dentro cui si cinguetta ovunque di emancipazione?

«È singolare il fatto che ci sentiamo parte di una grossa community online dove ognuno può sfogarsi ed esprimere con estrema facilità il proprio pensiero. è altrettanto singolare rendersi conto che non tutti i pensieri servono al mondo e all’umanità».

Un video ufficiale? Come mai manca?

«Manca per i problemi economici e gli sbattimenti di un musicista emergente con in mano un disco autoprodotto. Abbiamo dato la priorità al disco e tra spese varie abbiamo accantonato l’idea di un video. Da gennaio 2023 però cambieranno un po’ di cose…partiremo per i primi concerti e molto probabilmente uscirà anche un video ufficiale».

— Onda Musicale

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