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Intervista a Limbrunire, fuori con “Orocolante”

Orocolante

É uscito per Visory Records “Orocolante”, un nuovo capitolo che si aggiunge al progetto solista di Francesco Petacco.

Limbrunire, cantautore ligure già noto alla scena indipendente torna con un brano: un primo assaggio del nuovo discoOrocolante” e finalista al Circonomia Green Music Contest e vincitore del Premio Speciale Radio Alba. Lo abbiamo intervistato.

1. La scena musicale si è mai ripresa dalla pandemia? Com’è stato per te e come è cambiato il tuo rapporto con la musica?

Non so se si sia realmente mai ripresa o se sia rimasta ferma a quel 9 marzo 2020. Penso che tante cose siano ahimè cambiate, chi ha resistito ha dovuto fare i conti con una sorta di azzeramento di ciò che era stato faticosamente fatto sino a quel momento. Quindi c’è chi ha raccolto i cocci e si è rimesso all’opera, chi ha lasciato perdere. È lapalissiano che si siano rotti alcuni ingranaggi, che siano stati riconsiderati totalmente i mezzi di fruizione e perché si fa musica, adesso suonare è sempre più difficile, meno pragmatico e sempre più liquido e in un paese dove la musica è un sottofondo o rilegata alla sola vetrina sanremese diventa tutto ancora più complicato. Il mio rapporto con la musica è cambiato, è meno assillante, meno morboso, ha un andamento slow e forse ho imparato a prendermi meno sul serio, nonostante m’indignino ancora determinate dinamiche.

2. Abbiamo visto che sei anche un autore letterario, ed hai pubblicato il tuo esordio Io, tu e le piramidi. Hai imparato qualcosa di nuovo sulla scrittura? E cosa cambia tra scrivere un romanzo e scrivere delle canzoni?

Scrivere un romanzo aiuta ad allargare gli orizzonti, a oltrepassare confini che per forza di cose vengono delineati dalla forma canzone. Si ha più libertà espressiva e meno ansia da prestazione, credo inoltre che un romanzo abbia un’aurea più longeva rispetto alla canzone che viene consumata famelicamente nell’arco di una settimana.

3. Che ne è del tuo passato calcistico?

Ne è rimasto un ricordo nitido, qualche cena sporadica con alcuni vecchi compagni di squadra e qualche cicatrice qua e la sulle caviglie. Fino a qualche anno fa seguivo maggiormente il calcio, adesso solo in rari casi mi fermo a guardare una partita intera. Mi appassiona ancora il rettangolo di gioco, decisamente meno tutto il resto, in primis la tecnologia che vitupera lo spettacolo.

4. Ti capita mai di riascoltare “La Spensieratezza”, il tuo album di debutto? Come ti senti a riguardo? E a che periodo della tua vita fa riferimento quel disco?

Lo ascolto raramente, forse perché l’ho ascoltato talmente tanto che adesso ho quasi una sorta di rigetto. Fa riferimento a un periodo di cambiamento, avevo cambiato casa, abbandonato la dimensione band, cambiato totalmente genere, sperimentato nuove sonorità, scoperto le potenzialità dell’elettronica. Mi era inoltre affidato a un nuovo produttore/ingegnere del suono, David Campanini che mi aiutò molto nel tirare fuori un sound più omogeneo e nell’insegnarmi nuove preziose tecniche.

5. Sentiremo presto un tuo nuovo disco?

Sicuramente sentirete presto un nuovo singolo e probabilmente un Ep che è pronto nel cassetto da mesi.

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