Fuori dal 28 febbraio “Destroyed”, il nuovo singolo dei Royal Division. La band alternative rock è tornata con un brano introspettivo dal forte sapore di ribellione.
“Destroyed” , il nuovo singolo dei Royal Division, è un inno a chi non si arrende. È la nostra voce interiore che ci grida di non perdere noi stessi per accontentare gli altri. Il concetto dietro cui gira tutto il brano è che non abbiamo tempo da perdere “Remember that you don’t live twice”, cantano i Royal Division.
Il tempo che scorre e il desiderio di viverlo a pieno, ma soprattutto in armonia con la nostra anima. “I don’t wanna be destroyed” viene ripetuto come promemoria interiore.
«Destroyed è un brano che parla di resistenza interiore, del fatto di non arrendersi e di lottare contro le avversità che la vita spesso ci propone. Il ritornello infatti dice: Io non voglio essere distrutto! È anche un invito a non sprecare il tempo e a focalizzarsi sulle cose che si reputano importanti e che ci permettono di essere noi stessi, senza lasciarci influenzare negativamente», così la band descrive il proprio brano e continuiamo la conversazione con loro …
Ciao ragazzi, perché Royal Division? Come avete scelto questo nome?
«Ciao! Anche se sembra una crasi tra Royal Blood e Joy Division, non lo è, almeno nelle nostre intenzioni. Le nostre influenze e sonorità sono molto british e americane e Royal Division suonava bene e soprattutto era “libero”. Chi suona in una band conosce la difficoltà nel trovare un nome cool, disponibile e che piaccia a tutti i membri».
Come vi siete conosciuti?
«Dave, voce e frontman e Abi, batteria, si conoscevano perché suonavano già in un progetto precedente. Successivamente si sono uniti al gruppo Bob e Diego, rispettivamente basso e chitarra, conosciuti tramite amicizie comuni; infine è arrivato Giorgio al synth e alle seconde voci.»
È uscito da poco il vostro singolo “Destroyed”, ci raccontate la sua genesi?
«Destroyed è nata da un’idea di Dave, mentre strimpellava una canzone dei Kasabian, Reason is treason. Provando e riprovando l’abbiamo poi arrangiata e definita così come potete ascoltarla ora. È un brano che parla di resistenza interiore, del fatto di non arrendersi e di lottare contro le avversità che la vita spesso ci propone. Il ritornello infatti dice: “I don’t wanna be destroyed”, non voglio essere distrutto! Èanche un invito a non sprecare il tempo e a focalizzarsi sulle cose che si reputano importanti e che ci permettono di essere noi stessi, senza lasciarci influenzare negativamente.»
Il video è molto carino, ci ricorda un po’ Squid Game. Chi ha scritto la trama?
«Grazie. Così come la composizione, anche la trama è partita dalla mente del nostro frontman. Sebbene non sia un video descrittivo, si collega alla canzone per il fatto che appunto non vogliamo essere mesmerizzati o “distrutti”. È stato realizzato da un giovane e talentuoso videomaker, Roksta, che si è occupato di riprese e montaggio.»
Quali sono gli artisti che influenzano la vostra musica?
«Sono tanti, possiamo fare una lista lunghissima. Possiamo citare tantissime band: Beatles, Pink Floyd, Oasis, Blur, Kasabian, Editors, Arctic Monkeys, per esempio; ma anche Joy Division, Cure, Depeche Mode, Pixies, Nirvana, RATM, Queens of the stone age, per dirne alcune internazionali. Sono nomi da storia del rock. Tra quelle relativamente più recenti ci piacciono band come Royal Blood, Wolf Alice o Fontaines DC. Ovviamente apprezziamo molto anche band italiane come Subsonica, Verdena, Afterhours, Marlene Kuntz, TARM, e tante altre. Ci vorrebbe una risma di carta per elencarle tutte.»
Come nascono i vostri brani: prima testo o melodia?
«Solitamente si parte dalla musica. Una volta arrangiato e strutturato il brano, lavoriamo sulle linee vocali, a cui poi aggiungiamo il testo.»
Prossimi progetti?
«Nel futuro prossimo ci dedichiamo ai live, che è una delle cose che più amiamo. Più avanti torneremo in studio per registrare un nuovo singolo e forse il sequel del video. Avete visto la scena finale? Grazie per il tempo che ci avete dedicato. Invitiamo tutti a seguirci sui social, ma soprattutto vi invitiamo a venire ai nostri live, non ve ne pentirete. Un grande saluto dai Royal Division!»
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Biografia
I Royal Division sono una band alternative rock della provincia di Bergamo. Un progetto nato dalle ceneri di precedenti percorsi musicali e che per tanti anni ha portato la band in giro per l’Italia.
Tra le varie esperienze la band ha avuto il piacere di aprire il concerto di Linea 77, Fratelli Calafuria, Stef Burns e altri artisti di questo calibro.
Il progetto Royal Division ha un background musicale ampio ed eterogeneo, anche se un’impronta indie rock è ben percepibile. Alcuni dei gruppi d’ispirazione sono: Pixies, Kasabian, Editors, Black Rebel Motorcycle Club, Blur, Tame Impala, ecc.
Il 2021 è l’anno della svolta: i Royal Division pubblicano il loro primo EP ufficiale “Yellow Fever”.
Il 2023 si apre alla grande con la pubblicazione di “Destroyed”, il nuovo singolo del gruppo.
Oltre al già citato indie rock, brit pop ed elettronica new wave sono alcuni degli ingredienti che compongono le canzoni dei Royal Division, cantate interamente in inglese. Riff graffianti e melodie accattivanti, unite in perfetta armonia con le voci sono il tratto distintivo di questa band.